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Immagine del redattoreElisabetta Favaron

BANDI | Un servizio di monitoraggio ha ancora senso?



È una domanda che mi sono posta nell’ultimo anno pensando al mio lavoro e al modo di interpretarlo e proporlo. Non di rado, infatti, le organizzazioni mi sottopongono bandi rintracciati attraverso newsletter o siti un po’ tuttologi su Terzo settore e nonprofit. Nel giro di una settimana le segnalazioni sullo stesso bando si moltiplicano e digitando il titolo in un motore di ricerca, escono decine di pagine che ne parlano, di norma senza approfondire o fornire consigli. Solitamente sono quelli che io definisco bandi emblematici, ossia avvisi di finanziamento che si caratterizzano o per il rilievo e la reputazione dell’ente erogatore o, più spesso, per l’importo economico (a sei/ sette zeri) messo a disposizione e che subito accendono una lampadina. Un effetto domino che ne alimenta il successo in termini di divulgazione e corsa alla partecipazione.


Questa modalità di ricerca di finanziamenti è una scelta del tutto comprensibile per le organizzazioni che hanno budget limitati, ma può rivelarsi a lungo termine controproduttivo per l’ente, in quanto:

  1. il finanziamento adatto per l’ente potrebbe non essere mai in evidenza, portandoci a credere che per il nostro progetto non ci sia spazio se non quello che ci viene presentato;

  2. un po’ come le sorellastre di Cenerentola, cerchiamo di entrare in una scarpetta di cristallo che non è della nostra misura. In altri termini, anche se il nostro progetto non si adatta bene all’avviso, vediamo quel finanziamento come unico possibile e dunque facciamo di tutto per presentare una proposta (con grande dispendio di tempo, energie, inventiva);

  3. non abbiamo un vero e proprio progetto, ma solo un’idea di ciò che ci piacerebbe realizzare. Rallentiamo dunque la nostra attività associativa per concentrare forze e risorse a strutturare il tutto (magari in una decina di giorni…), con il rischio piuttosto concreto di riuscire a presentare poco o nulla (dimentichiamo spesso che più è ampio il plafond disponibile, più ci verrà richiesto di dettagliare il progetto e le sue azioni) o magari di confezionare una proposta che si è allontanata dagli obiettivi iniziali;

  4. i bandi emblematici in quanto tali sono particolarmente partecipati e dunque il rischio che il nostro progetto, strutturato in tempi stretti e poco minuzioso non venga ammesso, sale in maniera esponenziale.

Un approccio al grant fundraising legato in parte al maggior ventaglio di opportunità nei bandi tra cui scegliere rispetto a qualche anno fa, in parte alla visione del bando come un’opzione all’apparenza gratuita per l’ente (“se voglio partecipo, altrimenti no”, “tanto devo solo scrivere e inviare”).


Alla fine, il risultato potrebbe essere scoraggiante e particolarmente oneroso in termini di tempo ed energie, soprattutto se non si ha grande dimestichezza con la progettazione a bando e si continua a rincorrere tutto ciò che internet ci mostra come un'opportunità irrinunciabile. È bene evidenziare dunque che questi alert periodici sono semplici segnalazioni e non possono definirsi un monitoraggio. Quest’ultimo infatti è un’attività a tutti gli effetti, che richiede tempo, risorse e capacità di individuare il contributo più adatto al proprio progetto. Ed è anche la ragione per cui alla fine le organizzazioni si rivolgono al grant manager per una consulenza approfondita sul bando di cui è venuti a conoscenza. Un’attività che, è bene ricordarlo, ha giustamente un costo, in quanto richiede tempo, lettura approfondita del bando e degli allegati, valutazioni rispetto alla realtà specifica dell’ente.


E dunque un buon percorso di monitoraggio e consulenza è ancora un servizio che vale la pena di consigliare come professionista nel mondo dei finanziamenti a bando?

Io ritengo assolutamente di sì, in questo momento storico dove vengono pubblicati decine di bandi al mese, dal locale alle misure del PNRR, e il livello di dettaglio dei formulari diventa sempre più sofisticato e complesso. Dove il successo di un progetto è costituito da una corresponsabilità di elementi e informazioni, ma anche dalla conoscenza delle linee di intervento dell'ente erogatore. Affidarsi a un professionista esterno che curi una ricerca personalizzata dei finanziamenti disponibili per il nostro progetto o che ci aiuti a sviluppare la nostra idea o che semplicemente ci aiuti a leggere e comprendere il testo di uno di questi bandi, è spesso la decisione migliore in termini di investimento e risultati per la nostra organizzazione.

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